La luce del colore.
Dal 3 maggio al 31 maggio gli spazi d’arte di Kunst Atrium ospiteranno la mostra “La luce del colore” dedicata alle opere degli artisti Teodolinda e Luca Della Casa.
Orari:
dal lunedì al venerdì, 9:00 – 17:30
Aperture straordinarie
18 – 19 maggio e 25 – 26 maggio, 14:00 – 18:00
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Teodolinda Della Casa nasce a Meride, in Ticino, dove vive e lavora. Si è formata tra Lugano, Parigi e Berlino, con studi in Cinematografia e Disegno. La personalità, contraddistinta da una forza interiore particolare, e in parte anche la prolungata esperienza di regista si riflettono nelle produzioni artistiche oltre che nelle scelte tecniche esecutive. L’urgenza di esprimersi si traduce in segni e tratti chiaroscurali che coprono ampi spazi. Dal supporto esclusivamente cartaceo emergono forme e quasi sempre figure: corpi, volti, paesaggi, in una dimensione trasognata. Disegno, colore, gesto: la loro chiave di lettura si trova nella tensione del movimento della mano che muove lo strumento e nel tormento dell’artista nel condurci dentro il racconto di cui non si conosce la trama e concluso nel singolo episodio incarnato nell’opera. Ogni foglio elaborato è un frammento di una narrazione immaginaria e onirica, il soggetto di un film che probabilmente nasce e si conclude in quell’unica inquadratura dello “storyboard”, la traccia che visualizza l’idea e che ci parla della creatività dell’artista.
– Viviana Vergerio Guerra
Luca Della Casa nasce a Meride, in Ticino, dove vive ed è cresciuto. La sua è una famiglia di artisti, pittori e architetti. Ne assimila l’atmosfera e fin da molto giovane si dedica alla pittura sperimentandone le tecniche. Subito sceglie quale medium espressivo il colore a olio, tecnica alla quale resterà sempre fedele. Autodidatta, Della Casa vive alternando alla pittura la cura dei vitigni, nella campagna collinare. In questo ambiente, silente e lontano da distrazioni esterne, si concede la libertà di esprimersi liberamente, senza alcun influsso né filtro a mediare l’estro creativo. Estraneo ai circuiti convenzionali dell’arte, utilizza un linguaggio personale ed ha una capacità espressiva “originaria” che lo accomuna all’Art Brut e che rende prezioso il suo lavoro. La personalità dell’artista spontanea e ribelle che trapela nell’opera ci colpisce, sia incontrandolo sia osservando le sue produzioni artistiche. Il reciso segno espressionista, cui il pittore ha sottratto ogni forma di sintassi, è forzato dalla pennellata o spatolata larga, dall’uso di colori forti e dalla matericità impressi sulla tela che incidono su tratti di figure. Mentre la gestualità che contraddistingue l’opera, è decisiva, rapida, senza possibilità di ripensamenti, esente da antecedenti elaborazioni.
– Viviana Vergerio Guerra